Pietro De Francisci
Pietro De Francisci | |
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Ministro di Grazia e giustizia | |
Durata mandato | 20 luglio 1932 – 24 gennaio 1935 |
Predecessore | Alfredo Rocco |
Successore | Arrigo Solmi |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXVIII, XXIX |
Sito istituzionale | |
Consigliere nazionale del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXX |
Gruppo parlamentare | Membri del Direttorio nazionale del PNF |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Nazionale Fascista |
Titolo di studio | laurea |
Professione | giurista |
Pietro De Francisci (Roma, 18 dicembre 1883 – Formia, 31 gennaio 1971) è stato un giurista e politico italiano. Fu Ministro di Grazia e Giustizia del governo Mussolini.
Biografia
Figlio di un ispettore ministeriale, nel 1887 si trasferì a Milano con la famiglia e nei primi anni del Novecento operò come segretario di un comitato antidivorzista; tale ruolo gli permise di legarsi a vasti ambienti del mondo cattolico: decisiva fu per lui la conoscenza degli studiosi di diritto romano Contardo Ferrini e Pietro Bonfante, con i quali si laureò in giurisprudenza nel 1905. Fin dai suoi primi lavori, apparsi l'anno seguente, manifestò la sua adesione al metodo storico-naturalistico dei suoi maestri. De Francisci partecipò alla formazione della Scuola papirologica di Milano (1913-1914) e ne diresse la parte giuridica. Presiedette con Calderini e Castelli alla pubblicazione degli Studi del suddetto istituto e curò poi la parte giuridica della rivista Aegyptus, diretta da Calderini.
Divenuto Libero docente di storia del diritto romano nel 1912, divenne professore ordinario il 1º luglio 1924 e nel dicembre dello stesso anno venne trasferito nell'ateneo romano. Negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale (a cui partecipò dal 1916, prima come ufficiale di fanteria e poi come impiegato del servizio informazioni) l'attenzione alla storicità del diritto lo indusse a cogliere con maggior sicurezza nell'evoluzione del diritto romano il peso dei diritti nazionali e nel contempo a intervenire nel dibattito metodologico per sottolineare i limiti della dogmatica[1]. Ne è testimonianza il fatto che nel novembre del 1918 disposizione del Consiglio supremo interalleato di Versailles, per compiere studi preparatori alla discussione della conferenza di pace.
Nel 1924 pubblica la sua opera inerente al diritto privato di più successo, Il trasferimento della proprietà. Storia e critica di una dottrina; l'anno seguente divenne preside della Facoltà di Giurisprudenza. Col saggio La missione del giurista del 1927 criticò l'impostazione giuridica tedesca che pretendeva di identificare il diritto con la volontà dello stato mentre esaltò lo Stato Fascista in quanto garante dell'unità morale, politica ed economica della nazione. Iscrittosi al Partito Nazionale Fascista nel 1923, fu tra il gennaio e il marzo dell'anno successivo commissario della federazione fascista del Carnaro, per poi reggere per breve tempo quella di Padova.
Eletto deputato a seguito delle elezioni monoliste del 1929, fu Ministro di Grazia e Giustizia del governo Mussolini, succedendo ad Alfredo Rocco, dal 20 luglio 1932 al 24 gennaio 1935, giorno in cui venne sostituito da Arrigo Solmi[2]. Ritornato successivamente all'insegnamento, col saggio Idee per un rinnovamento della scienza del diritto (1939) affermò che il diritto è espressione del "voler essere" del gruppo e si concreta nella fissazione di un ordine che si tende ad attuare mediante il potere, per cui c'è una tensione tra le volontà del gruppo e quella del singolo. Nel 1936 era divenuto socio dell'Accademia dei Lincei mentre nel 1938 fu aggregato all'Accademia d'Italia.
Vincitore del Premio Mussolini nel 1931 per le scienze morali e storiche, nel 1937 subentrò a Giovanni Gentile nella presidenza dell'Istituto Fascista di Cultura.
Nel 1939 occupò uno scranno alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Il Duce voleva eleggerlo Presidente della stessa ma Galeazzo Ciano si oppose, in quanto desiderava che il sostituto di suo padre Costanzo fosse una figura di "primissimo livello": alla fine si optò per Dino Grandi mentre De Francisci dovette accontentarsi della vicepresidenza.
Nell'aprile del 1940 Mussolini, ormai prossimo a scendere in campo al fianco del Terzo Reich, lo esonerò da tutti gli incarichi che deteneva in quanto a questo punto preferiva che al timone delle amministrazioni ci fossero uomini più "bellicosi": De Francisci gli chiese di mantenere almeno la vicepresidenza della Camera e il dittatore lo accontentò. L'adesione al regime e i ruoli di primo piano che occupò durante il Ventennio lo resero inviso alla nuova classe politica che si affermò dopo la caduta del fascismo e nel 1944 venne esonerato dall'insegnamento.
Continuò tuttavia a dedicarsi allo studio e alla scrittura di saggi giuridici; il 17 gennaio 1949 venne reintegrato nella sua professione di docente dal Consiglio di Stato e fino al 1954 fu docente alla Sapienza. Scrisse saltuariamente per Il Tempo, diresse numerosi enti culturali e mantenne copiosa la sua produzione letteraria anche negli anni Cinquanta e Sessanta[3].
È sepolto presso la cappella Picozzi - De Francisci nel cimitero comunale di Palosco.
Note
- ^ Carlo Lanza, De Franscisci, Pietro, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 36, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1988. URL consultato il 12 marzo 2019.
- ^ Franco Cipriani, Il progetto Redenti, la scomparsa di Scialoja e la reazione di Chiovenda, Ritorno al diritto : i valori della convivenza. Fascicolo 8, 2008.
- ^ Gabor Hamza, Comparative Law and Antiquity. Budapest, 1991. p. 249.
Collegamenti esterni
- Carlo Lanza, DE FRANCISCI, Pietro, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 36, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1988.
- Pietro De Francisci, su accademiadellescienze.it, Accademia delle Scienze di Torino.
- Opere di Pietro De Francisci, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Pietro De Francisci, su Open Library, Internet Archive.
- Pietro De Francisci, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Prolusione del Rettore della Sapienza prof. Pietro De Francisci, novembre 1938, su lovatti.eu.
Predecessore | Ministro di grazia e giustizia del Regno d'Italia | Successore | |
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Alfredo Rocco | 20 luglio 1932 - 24 gennaio 1935 | Arrigo Solmi |
V · D · M | ||
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Capo del governo e Duce del Fascismo | Benito Mussolini | |
Ministro dell'aeronautica (dal 1925) | Mussolini · Italo Balbo · Mussolini | |
Ministro degli affari esteri | Mussolini · Dino Grandi · Galeazzo Ciano | |
Ministro dell'agricoltura (soppresso nel 1923) | Giuseppe De Capitani d'Arzago | |
Ministro dell'agricoltura e foreste (dal 1929) | Giacomo Acerbo · Edmondo Rossoni · Giuseppe Tassinari · Carlo Pareschi | |
Ministro delle colonie (soppresso nel 1937) | Luigi Federzoni · Mussolini · Pietro Lanza di Scalea · Emilio De Bono · Alessandro Lessona | |
Ministro dell'Africa Italiana (dal 1937) | Alessandro Lessona · Mussolini · Attilio Teruzzi | |
Ministro delle comunicazioni (dal 1924) | Costanzo Ciano · Umberto Puppini · Antonio Stefano Benni · Giovanni Host-Venturi · Vittorio Cini · Giuseppe Peverelli | |
Ministro delle corporazioni (dal 1926) | Mussolini · Giuseppe Bottai · Ferruccio Lantini · Renato Ricci · Carlo Tiengo · Tullio Cianetti | |
Ministro della cultura popolare (dal 1937) | Dino Alfieri · Alessandro Pavolini · Gaetano Polverelli | |
Ministro dell'interno | Mussolini · Luigi Federzoni | |
Ministro dell'Economia nazionale | Orso Mario Corbino · Cesare Nava · Giuseppe Belluzzo · Alessandro Martelli | |
Ministro dell'Educazione nazionale | Balbino Giuliano · Francesco Ercole · Cesare Maria De Vecchi · Giuseppe Bottai · Carlo Alberto Biggini | |
Ministro delle Finanze | Alberto de' Stefani · Giuseppe Volpi · Antonio Mosconi · Guido Jung · Paolo Thaon di Revel · Giacomo Acerbo | |
Ministro della Giustizia e Affari di culto | Aldo Oviglio · Alfredo Rocco · Pietro De Francisci · Arrigo Solmi · Dino Grandi · Alfredo De Marsico | |
Ministro dell'Industria e commercio | Teofilo Rossi | |
Ministro dei Lavori pubblici | Gabriello Carnazza · Gino Sarrocchi · Giovanni Giuriati · Mussolini · Michele Bianchi · Araldo di Crollalanza · Luigi Razza · Giuseppe Cobolli Gigli · Adelchi Serena · Giuseppe Gorla · Zenone Benini | |
Ministro della Guerra | Armando Diaz · Antonino Di Giorgio · Mussolini · Pietro Gazzera · Mussolini | |
Ministro del Lavoro e Previdenza sociale | Stefano Cavazzoni | |
Ministro delle Poste e telegrafi | Giovanni Antonio Colonna di Cesarò · Costanzo Ciano | |
Ministro della Produzione bellica (dal 6 febbraio 1943) | Carlo Favagrossa | |
Ministro della Pubblica istruzione | Giovanni Gentile · Alessandro Casati · Pietro Fedele · Giuseppe Belluzzo | |
Ministro degli Scambi e valute | Felice Guarneri · Raffaello Riccardi · Oreste Bonomi | |
Ministro della Stampa e propaganda | Galeazzo Ciano · Dino Alfieri | |
Ministro delle Terre liberate dal nemico (soppresso il 5 febbraio 1923) | Giovanni Giuriati | |
Ministro del Tesoro (accorpato alle Finanze il 31 dicembre 1922) | Vincenzo Tangorra · Alberto de' Stefani |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 113263440 · ISNI (EN) 0000 0001 0937 0727 · SBN LO1V090946 · BAV 495/86002 · LCCN (EN) no2004021384 · GND (DE) 116050810 · BNF (FR) cb12177426j (data) · J9U (EN, HE) 987007288548605171 · CONOR.SI (SL) 393132035 |
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