Emerenzia

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Un gruppo raffigurante il bambin Gesù con Maria, Anna ed Emerenzia (anonimo, 1400-1600, Metropolitan Museum of Art)

Emerenzia o Emerentia è il nome che, a partire dal XV secolo, in alcune tradizioni europee, viene dato alla madre di sant'Anna, nonna quindi della Vergine Maria e bisnonna di Gesù. Viene spesso citata come santa[1].

Fonti

Sant'Emerenzia dipinta da Jan Provoost (Louvre)

Tale figura non è citata (né per nome, né anonimamente) nei Vangeli, e nemmeno nel Protovangelo di Giacomo, che è la prima fonte a citare i genitori della Madonna, Anna e Gioacchino. Il primo a menzionarla è Jodocus Badius, in una sua traduzione del 1502 di un'opera di Petrus Dorlandus, Vita gloriosissime matris Anne, inclusa in un volume intitolato Vita Iesu Christi ... ex evangelio et approbatis ab ecclesia catholica doctoribus sedule collecta per Ludolphum per Saxonia; la storia è narrata come segue[2]:

«Settantasette anni prima della nascita di Cristo, una pia vergine, piuttosto benestante e notevolmente bella, aveva l'abitudine di fare visita, con il permesso dei genitori, ai figli dei profeti sul Monte Carmelo. Ella non era inclinata al matrimonio, fino a che tre dei carmeliti non ebbero un sogno profetico. Essi videro una radice da cui crescono due alberi. Uno aveva tre rami, tutti quanti meravigliosamente fioriti, ma uno con un fiore più puro e profumato di tutti gli altri... Quindi si udì una voce, dire: "Questa radice è la nostra Emerenzia, destinata ad avere grandi discendenti".»

Il contenuto della visione fa riferimento a sant'Anna (l'albero con i tre rami fioriti); il ramo con il fiore più bello è la Madonna, mentre gli altri due rami sono Maria di Cleofa e Maria Salomè, nate, secondo questa versione della storia (il trinubium Annae), da successivi matrimoni di Anna dopo la morte di Gioacchino[2]; l'altro albero sarebbe stato Ismeria, altra figlia di Emerenzia, sorella di Anna e madre di Elisabetta.

Successivamente, Emerenzia è citata in un sermone di Johannes Eck del 1579, nel quale il teologo affermò che lei, il cui marito si chiamava Stolano o Gaziro, rimase incinta di Anna dopo che la coppia era rimasta senza figli per vent'anni[3]; anche Jean Gerson narra la stessa storia nelle sue opere[4]. Da qui in poi Emerenzia, assieme a tutto il resto del parentado di sant'Anna, appare in un certo numero di rappresentazioni della famiglia materna di Gesù[4][5].

Sant'Emerenzia, insieme con sant'Anna e il resto della "famiglia materna allargata" di Gesù, finì col cadere nell'oblio sul finire del XVI secolo quando, nella lotta fra riformisti e controriformisti, il Concilio di Trento bandì il trinubium Annae[4]. La figura ricompare successivamente, insieme con altri antenati materni di Gesù, nelle visioni descritte dalla mistica Anna Katharina Emmerick[6].

Note

  1. ^ Boyce, p. 148.
  2. ^ a b MacDonald, Twomey, pp. 187-189.
  3. ^ (EN) Catholic Encyclopedia - St. Anne, su New Advent. URL consultato il 18 agosto 2015.
  4. ^ a b c Beattie, pp. 105-106.
  5. ^ (EN) What Is the Holy Kindred?, su University of Dayton - The Mary Page. URL consultato il 18 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2011).
  6. ^ Emmerich, Brentano, p. 30.

Bibliografia

  • Tina Beattie, Eve's Pilgrimage: A Woman's Quest for the City of God, A&C Black, 2002, ISBN 0-8601-2323-5.
  • James John Boyce, Carmelite Liturgy and Spiritual Identity, Brepols, 2008, ISBN 9782503517148.
  • Anna Katharina Emmerich, Clemens Brentano, Vita della b.v. Maria secondo le meditazioni, Tipografia Ruggiero, 1855.
  • Alasdair A. MacDonald e Michael W. Twomey, Schooling and Society: The Ordering and Reordering of Knowledge in the Western Middle Ages, Peeters Publishers, 2004, ISBN 90-429-1410-6.

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